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Siamo davvero a rischio?

04-03-2020 16:19

Ufficio Stampa

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Siamo davvero a rischio?

Sondaggio dell'Osservatorio MPI di Confartigianato sugli effetti del coronavirus sull'economia lombarda. 8 imprese su 10 interessate dalla crisi. -30%

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Sondaggio dell'Osservatorio MPI di Confartigianato sugli effetti del coronavirus sull'economia lombarda. 8 imprese su 10 interessate dalla crisi. -30% di fatturato. In un mese perdita presunta di 5,6 miliardi

 

«I dati elaborati dall'Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia esprimono tutti i timori e la preoccupazione dell'Artigianato e della piccola e media impresa per questa difficile condizione di operatività in cui ci siamo trovati». Commenta così il Presidente di Confartigianato Cremona Massimo Rivoltini facendo una valutazione dei dati del sondaggio condotto a livello regionale.

L’analisi è stata sviluppata attraverso 2.500 interviste effettuate tra il 27 febbraio e il 1° marzo alle micro e piccole imprese fino a 50 addetti e imprese artigiane (MPI) della Lombardia (distribuite nella manifattura, costruzioni e servizi, escluso commercio e alberghi) ed evidenzia un’ampia diffusione di pesanti segnali recessivi (scarica sotto tutta l'indagine).

«Alle condizioni attuali: calo del 30% del fatturato di marzo per le MPI lombarde, che su base annua vale il 2,6%. Presunta perdita di 5,6 miliardi di fatturato in un mese per le MPI della Lombardia. 8 imprese su 10 interessate dalla crisi coronavirus. Nella nostra provincia l'86,3% delle imprese ha avvertito o avvertirà segnali di riduzione dell'attività. Sono dati allarmanti che richiedono interventi rapidi, congiunti ed efficaci».

«Nel pieno dell’emergenza legata al Coronavirus, quello che vogliamo – dichiara il presidente di Confartigianato Cremona – è proseguire il confronto costruttivo già avviato con le autorità regionali e nazionali, ma anche locali, per definire azioni a sostegno dell’economia reale del Paese e degli sforzi che le Pmi stanno mettendo in campo per garantire la continuità del lavoro e dell’occupazione».

Tra le criticità, ai primi posti figurano la mancanza di liquidità, il congelamento del mercato interno e l’annullamento di tutte le principali fiere di settore. No ad azioni unilaterali. Sì al confronto, che in queste ore non è mancato sia sui tavoli romani sia su quelli regionali.

«Purtroppo – aggiunge Rivoltini – sono stato facile profeta nel richiamare, giorni fa, ad un intervento lungimirante del Governo affinchè emanasse, in tempi brevissimi, un decreto realmente utile per garantire alle imprese tutti gli strumenti necessari per un ritorno ad una ‘nuova’ normalità il più rapidamente possibile: sostegno delle esigenze di liquidità, alle misure di sospensione degli adempimenti tributari, previdenziali e di altri pagamenti, fino agli interventi di più lungo di più lungo respiro, quali lo sblocco dei cantieri, per riportare il lavoro e l’economia della nostra Regione su un percorso di crescita e sviluppo, in particolare se l’emergenza dovesse protrarsi a lungo».

«Per questo – conclude Rivoltini – il nostro messaggio è quello di prestare la massima attenzione ed usare tutti i protocolli possibili per non diffondere il virus, ma torniamo a far lavorare le nostre imprese, torniamo nei negozi, torniamo a chiamare gli artigiani per i servizi di tutti i giorni. Stiamo diffondendo un messaggio chiaro: torniamo alla vita di tutti i giorni, con attenzione e usando ogni precauzione, ma ricominciamo a vivere!».

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